TEST HBB
Test DNA per Beta Talassemia
Il gene HBB (hemoglobin subunit beta) codifica per la proteina beta-globina che costituisce una delle subunità dell’emoglobina. Mutazioni del gene HBB causano un deficit o l’assenza della sintesi della proteina e sono quindi responsabili dell’insorgenza della Beta Talassemia, conosciuta anche come Anemia Mediterranea o Anemia Eritroblastica. L’incidenza alla nascita di questa malattia (per la forma grave) è stimata in 100.000 casi all’anno. La trasmissione è autosomica recessiva e circa 400 mutazioni sono state attualmente identificate. Il test genetico consiste nel sequenziamento completo finalizzato ad individuare mutazioni nella regione codificante del gene HBB. Esso risulta di fondamentale importanza anche per identificare individui eterozigoti (portatori sani) oltre che nella diagnosi prenatale.
TEST GJB2/GJB6
Test DNA per Sordità congenita
Le forme più diffuse di sordità ereditaria (circa l’80%) hanno una modalità di trasmissione autosomica recessiva e sono in gran parte dovute a mutazioni dei geni GJB2 (gap junction protein beta 2) e GJB6 (gap junction protein beta 6). Tali geni codificano per proteine della famiglia delle connessine: GJB2 per la connessina 26 (cx26) e GJB6 per la connessina 30 (cx30), tutte proteine che si trovano a livello dell’Organo del Corti. Il test genetico consiste nell’analizzare la sequenza dei due geni per individuare la presenza di eventuali mutazioni. L’analisi molecolare si può inoltre eseguire nei familiari delle persone affette al fine di identificare i portatori sani della mutazione.
TEST CFTR
Test DNA per Fibrosi Cistica
La Fibrosi Cistica è una malattia autosomica recessiva determinata da mutazioni nel gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator); il gene codifica per un canale ionico localizzato sulla membrana apicale delle cellule epiteliali che rivestono dotti e cavità di molti organi. Mutazioni a livello del gene provocano secrezioni più dense e viscose del normale a carico dell’apparato respiratorio e digerente. L’unico modo per identificare i portatori sani è eseguire un test genetico sul DNA. Le analisi si distinguono in test di primo livello, in cui si ricercano le mutazioni più frequenti, e test di secondo livello, in cui si analizza la regione codificante dell’intero gene.
TEST FGFR3
Test DNA per Acondroplasia
Il gene FGFR3 (fibroblast growth factor receptor 3) codifica per il recettore del fattore di crescita dei fibroblasti di tipo 3, proteina espressa sulle cellule del tessuto connettivo. Mutazioni del gene FGFR3 rendono la proteina sempre attiva, causando un’inibizione continua delle cellule che consentono l’accrescimento e l’allungamento dell’osso. Il test è consigliato per confermare la diagnosi basata sui segni clinici. È inoltre possibile eseguire il test genetico per la diagnosi prenatale in gravidanze ad alto rischio e con sospetto di acondroplasia dopo l’ecografia.
TEST MICRODELEZIONE CROMOSOMA Y
Test DNA per Infertilità maschile
Determinate microdelezioni in tre regioni del cromosoma Y causano infertilità maschile. In queste regioni infatti si ritiene che i geni forniscano istruzioni per la produzione di proteine coinvolte nello sviluppo di cellule spermatiche. Il materiale genetico mancante impedisce la produzione di un numero di proteine necessarie per il normale sviluppo dello spermatozoo, con conseguente infertilità. Il test genetico permette di appurare se l’infertilità maschile rilevata in un paziente sia riconducibile alle microdelezioni sul cromosoma Y o ad altra causa.
TEST FMR1
Test DNA per Sindrome X fragile
La Sindrome dell’X Fragile è una condizione genetica ereditaria che causa disabilità cognitiva, problemi di apprendimento e relazionali. La Sindrome è causata dall’espansione di una ripetizione CGG all’interno del gene FMR1 (Fragile X Mental Retardation 1) posizionato sul cromosoma X. Se le ripetizioni CGG superano le 200 copie siamo in presenza della Sindrome dell’X fragile. L’analisi molecolare permette la determinazione del numero di ripetizioni delle triplette nucleotidiche e può essere utilizzata per diagnosi prenatale e pre-impianto. L’analisi è molto utile anche per identificare i portatori sani: individui che hanno un numero di ripetizioni compreso fra 50 e 200 e che hanno una maggiore probabilità di avere figli con la Sindrome.
TEST SMN1
Test DNA per SMA Atrofia muscolare spinale
L’atrofia muscolare spinale (SMA) è una malattia caratterizzata da degenerazione dei motoneuroni delle corna anteriori del midollo spinale, cui consegue atrofia e debolezza dei muscoli del tronco e degli arti. La SMA è causata da mutazioni nel gene SMN1 (survival of motor neuron 1), localizzato sul cromosoma 5, vicino ad un gene quasi identico denominato SMN2. La malattia può essere causata da assenza o alterazione del gene SMN1 dovute a delezione, dalla conversione di SMN1 in SMN2 o in rari casi da piccole mutazioni. L’analisi molecolare permette una diagnosi rapida e precoce.
TEST HFE
Test DNA per Emocromatosi
Il gene HFE (homeostatic iron regulator) codifica per una proteina cruciale nel sistema di regolazione dell’assorbimento del ferro da parte della mucosa gastrointestinale. Mutazioni a carico del gene possono causare l’insorgenza di una malattia genetica autosomica recessiva chiamata Emocromatosi. Le mutazioni più frequenti nei pazienti con emocromatosi ereditaria sono la C282Y e la H63D. Il test genetico è fondamentale per la diagnosi o l’esclusione della presenza di emocromatosi ereditaria. Inoltre il test deve essere esteso ai parenti stretti (fratelli, sorelle o figli) di soggetti omozigoti per la mutazione C282Y.
TEST DMD
Test DNA per Distrofia muscolare di Duchenne
La distrofia Muscolare di Duchenne (DMD) è un disordine neuromuscolare a trasmissione recessiva legato al cromosoma X. La DMD colpisce in modo specifico il tessuto muscolare scheletrico, compresi i muscoli respiratori e cardiaci, ed è caratterizzata da una progressiva distruzione del tessuto muscolare che viene progressivamente sostituito da tessuto fibroso e adiposo. L’analisi molecolare tramite MLPA (Multiplex ligation-dependent probe amplification) consente di identificare delezioni o duplicazioni intrageniche nel gene DMD, mentre il sequenziamento evidenzia mutazioni puntiformi, piccole delezioni o inserzioni del gene responsabili della patologia.
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