Come si esegue l’analisi del Dna
- Estrazione del Dna dal campione disponibile, di solito cellule della mucosa buccale,
- Moltiplicazione del Dna estratto, PCR o Reazione a Catena della Polimerasi,
- Analisi e misurazione del Dna ottenuto.
Estrarre il DNA
L’estrazione del DNA si può attuare tramite diversi metodi, i quali si basano tutti su tre punti fondamentali:
- Scissione delle cellule
- Separazione del DNA dal resto della cellula
- Raccolta del DNA puro in un singolo campione, pronto per essere processato ed analizzato
Innanzitutto un particolare processo chimico scinde le cellule raccolte allo scopo di separarne il nucleo dal liquido contenente il DNA e altri componenti come proteine e lipidi, non necessari per l’analisi. A questo punto, il DNA viene separato dal resto di tali componenti grazie ad un sofisticato macchinario, che utilizza altre sostanze chimiche per trasferire il composto del DNA in particelle a base di silicio, preservandolo mentre le altre componenti vengono eliminate. Successivamente, il macchinario rimuove le particelle di silicio, raccogliendo quindi DNA puro pronto per i successivi passaggi dell’analisi.
Replicare il DNA
Il DNA estratto viene collocato in una soluzione contenente due primer od oligonucleotidi: essi si uniscono alle parti di DNA specificamente necessarie per stabilire ad esempio la paternità e ne fanno delle copie.
Il processo di replica comincia con la separazione dei due filamenti di DNA disponibile riscaldando la soluzione. Con il raffreddamento, i primer si legano ai singoli filamenti, realizzando due copie dell’originale DNA. Il processo viene ripetuto da 25 a 35 volte, fino ad ottenere milioni di copie di piccoli frammenti di DNA che potranno essere individuate e visualizzate da un analizzatore genetico, apparecchiatura di altissima precisione.
Questo processo moltiplicativo di “copia biologica” è indicato in ambiente scientifico come Reazione a Catena della Polimerasi o PCR.
Misurare il DNA per effettuare il test di paternità
La PCR crea copie di 16 – 26 parti del Dna, chiamate loci o marker, per formare un profilo genetico: 15-25 loci servono per stabilire la relazione biologica ricercata, uno, l’amelogenina, per verificare il sesso del partecipante al test. Ogni individuo ha, per ognuno dei loci, un frammento di DNA di diversa forma e dimensioni, che vengono misurate da uno speciale software e riportate sul referto del test di paternità con due numeri (misure degli alleli) per ogni locus analizzato.
Refertare il test di paternità
Il profilo genetico del bambino è una combinazione di metà dei loci del padre e metà dei loci della madre. Nel caso in cui il presunto padre testato non avesse i loci necessari in comune con il figlio, allora sarebbe “escluso dalla paternità biologica”; se invece egli avesse un profilo condiviso con il figlio, allora il padre “non sarebbe escluso dall’essere il padre biologico”, il che significherebbe che egli è effettivamente il padre biologico.
Guarda qui la pagina dei nostri test del Dna e di Paternità[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]